Mangiare di Scammaro. Baccalà con pomodoro, olive e capperi

Mangiare di Scammaro : ex cathedra il Confratello Tommaso Esposito!

Negli antichi conventi i monaci mangiavano ex camera, ‘e scammaro.
Scammarijavano nel refettorio comune seguendo la regola: vitto leggero, vegetali e pesce. Quando si ammalavano, restavano isolati in camera. Cammarijavano con vitto di sostanza: carboidrati e carne. Dal che, mangiare di scammaro.
Per il tempo di Quaresima eccovi qualche ricetta raccolta nel mio libro “Il pesce e l’olio”.

Ecco, questa ricetta è famosa. Non c’è chi non la conosca.
Nelle aree vesuviane interne è conosciuta come baccalà a’ zì Runatiello.

Ma chi la sa veramente fare? E far bene? Da leccarsi le dita dopo la scarpetta?
Zì Runatiello, doveva essere uno buono a cucinare il mussillo così.
Se no mia nonna Mariuccella non se ne sarebbe ricordata.

Forse era un canteniere con cucina?

Dalle parti dove abitavo da piccolo c’erano molte di queste cantine: ‘e Masillo arret’a Via, Via Calzolaio; ‘a Rilla, ‘ncopp’a Reggiuvia, Via Soriano; ‘a Cappucciara, addereto ‘o vico de’ Carabbinieri, Vico San Giorgio; ‘e Carmenella, abbascio ‘o Papone, Corso Garibaldi. Chissà?

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